Cantare in gruppo è un atto sociale e fa stare bene.

Canto e neuroscienza.
Cantare attiva il lobo destro del cervello, deputato a tutte le attività creative, e ci collega ad un mondo di possibilità.

Traduzione dall’inglese dell’articolo di Cassandra Sheppard: https://upliftconnect.com/neuroscience-of-singing/

Le neuroscienze dimostrano che quando cantiamo i nostri neurotrasmettitori si collegano in modi nuovi e diversi. Cantare accende il lobo temporale destro del nostro cervello, rilasciando endorfine che ci rendono più brillanti, più sani, più felici e più creativi.

Bene… Quando cantiamo con altre persone, questo effetto è amplificato.

Finalmente la scienza lo conferma. Cantare fa davvero bene, e le ricerche più recenti suggeriscono che il canto di gruppo sia il più esaltante e trasformativo di tutti.
Le sensazioni positive che proviamo cantando in un gruppo sono una sorta di “ricompensa evolutiva” per il fatto di stare insieme in modo cooperativo.
La ricerca suggerisce che il fatto di fare musica insieme si è evoluto come strumento di vita sociale. Gruppi e tribù hanno cantato e ballato insieme per generare lealtà nel gruppo, creare un patrimonio comune di informazioni vitali e tenere lontani i nemici.

La scienza sostiene il canto
Ciò che non era stato compreso fino a poco tempo fa è che il canto in gruppo provoca contemporaneamente in tutti il rilascio di serotonina e ossitocina, l’ormone della socievolezza, e sincronizza anche i battiti del cuore. Cantare in gruppo stimola le persone a superare l’approccio del “ciascuno per sé”. Nel suo libro “Armonia imperfetta: trovare la felicità cantando con gli altri” (Imperfect Harmony: Finding Happiness Singing with Others), Stacy Horn definisce il canto: “il tranquillante perfetto, del tipo che calma i nervi ma allo stesso tempo eleva lo spirito”.

Il canto rende felici
Per un decennio, la scienza ha tentato di spiegare come il canto possa avere un effetto calmante ed insieme energizzante sulle persone. Numerosi studi dimostrano che cantare rilascia endorfine e ossitocina – che a loro volta alleviano ansia e stress e sono connessi a sentimenti di fiducia e legame.
Cantare aiuta le persone con depressione e riduce il senso di solitudine, lasciando le persone rilassate, felici e connesse. Inoltre, i benefici del canto praticato regolarmente si intensificano. Le persone che cantano hanno ridotti livelli di cortisolo, il che indica minor stress.
(…)

Chiunque può cantare
Una delle grandi cose del canto è che ne puoi ricevere i benefici anche se non sei bravo
. Uno studio ha mostrato che il canto di gruppo può produrre sensazioni soddisfacenti e terapeutiche anche quando il suono prodotto dallo voce è di qualità mediocre.
Tania de Jong, cantante e fondatrice di Creativity Australia, ha efficacemente sfruttato questa caratteristica del cantare insieme per far stare bene tutti i membri del gruppo, indipendentemente dalle loro capacità canore.
Il progetto dell’organizzazione With One Voice riunisce regolarmente una varietà di persone per cantare. L’euforia di gruppo viene sfruttata permettendo alla naturale creatività delle persone, innescata dalla sessione di canto di gruppo, di generare nuovi livelli di supporto, connessione e opportunità per la comunità. Tania dice:
Una delle grandi cose del canto è che ti connette al lato destro del  cervello. Questa è la parte deputata all’intuizione, all’immaginazione e a tutte le nostre funzioni creative. Ci collega a un mondo di possibilità. Nella vita moderna siamo costantemente bombardati da così tante informazioni che elaboriamo e analizziamo. Tendiamo a rimanere bloccati nel lato sinistro del cervello, quello che svolge la funzione di elaborare le informazioni. Quindi diventa fondamentale coltivare le caratteristiche degli esseri umani che ci distinguono dalle macchine, ed il modo migliore per farlo è cantare”.

Canta ovunque, in qualsiasi momento
Questi benefici sono gratuiti e accessibili a tutti. Abbiamo tutti una voce. Tutti possiamo cantare, anche se pensiamo di non essere capaci.
C’è stato un tempo in cui tutti erano abituati a cantare. Si cantava in chiesa, attorno ai fuochi dei campi, a scuola. Mentre il canto di gruppo sta vivendo una rinascita, molti di noi non cantano più. Ad un certo punto qualcuno ci ha detto di stare zitti o che non eravamo capaci. La cantante inglese e direttrice di coro Sophia Efthimiou suggerisce che il canto è molto personale, un’espressione di suono che proviene da dentro di noi, quindi non possiamo fare a meno di prendere queste critiche molto personalmente e di lasciarle attecchire.
(…) Essere davvero stonati è relativamente raro e significa che non si è in grado di riconoscere una canzone. Se riesci a riconoscere una canzone, non sei stonato, semplicemente non sei abituato ad ascoltare e cantare. Sophia chiarisce:
Quando la nostra voce emette la nota sbagliata possiamo sentirci malissimo, come se fosse un riflesso del nostro valore personale. Ma se puoi parlare, puoi cantare”.

Alzare la voce
La cantante d’opera statunitense Katie Kat incoraggia tutti a cantare molto più spesso, indipendentemente dalle nostre capacità percepite.
Il canto aumenta la consapevolezza di sé, la fiducia in se stessi e la capacità di comunicare e con gli altri. Diminuisce lo stress, ci conforta e ci aiuta a forgiare la nostra identità e ad influenzare il nostro mondo. Quando canti, la vibrazione musicale si muove attraverso di te, alterando il tuo stato fisico ed emotivo. Il canto è innato, antico e dentro tutti noi. È davvero una delle cose terapeutiche più efficaci che possiamo fare. Continua Katie: tuttavia, la società ha distorto le opinioni sul valore del canto. Il canto è diventato qualcosa riservato ai talenti d’élite o alle star, qualcosa che fa pensare a produttori, management, concerti – lasciando tutti gli altri con critiche distruttive della loro voce. Il canto, invece, è istintivo e necessario per la nostra esistenza. Non devi essere un cantante straordinario per godere dei benefici biologici del canto, e con la pratica i benefici aumentano.

Cantare crea una connessione

(…) Uno dei miei i ricordi preferiti del canto di gruppo è la vecchia tradizione scozzese a Capodanno di cantare “Auld Lang Syne”. Mia nonna e tutti i suoi amici si raccoglievano in un grande cerchio poco prima di mezzanotte. Tutti si tenevano per mano, e poi all’inizio del verso finale si tenevano per mano in un grande e solido abbraccio: quando la canzone finiva, tutti si precipitavano al centro, ancora tenendosi per mano. Era molto divertente e da giovane mi sentivo al sicuro, incluso e amato in quel circolo di cantanti. La frase “auld lang syne” si traduce approssimativamente come “per amore dei vecchi tempi”, e la canzone parla del preservare vecchie amicizie e ripercorrere gli eventi dell’anno. Una tradizione che vale la pena di far rivivere, considerando i benefici del canto in un gruppo.

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